mercoledì 27 maggio 2015

Pensiero #3: Per paura

La mia mente è da sempre mia antica alleata e mia più grande nemica. So che è in grado di fare molte cose, so di essere io stessa in grado di farle.
Ma mi blocco. Temo le difficoltà e mi blocco. Per codardia, probabilmente. Rimando le cose, rimando il superamento degli ostacoli. Nemmeno provo a saltarli o ad aggirarli. E dire che mi reputo una persona pragmatica.
No, non li supero né li aggiro. Mi allontano e basta. Mi allontano e continuo a guardarli, pensando a come sarebbe superarli e lasciarmeli alle spalle. Ma non riesco, non riesco a fare nulla. Mi blocco e li osservo, immobile.
Temendo e non facendo niente.
Per paura.

mercoledì 8 aprile 2015

Pensiero #2

Siamo come lacrime in mezzo alla pioggia; strane copie di noi stessi, soli tra la folla.

domenica 5 aprile 2015

Pensiero #1

Ci nutriamo di insicurezza, la nostra subdola compagna, mentre lamentiamo un'ingiustizia costante. Cresce il disprezzo verso una società di dubbi valori che mercifica l'innocenza e ci rende schiavi del passato. Ma più l'indignazione cresce e meno agiamo, vittime della vergogna e degli agi che viviamo. Dopotutto la realtà non ci sembra tanto infima se continuiamo a viverla senza cambiarla. O senza cambiare, per primi, noi stessi.

mercoledì 24 dicembre 2014

Un sogno di pura follia, un soffio d'amore

Dolce e magnifico sogno
Dal quale non attendo risveglio
Mi inebria la tua bellezza
E illuminare sa il tuo sorriso
L'oscurità dei miei giorni.

Spezzata a metà era la mia vita
Ora da te completata.
Sul destino faccio affidamento
E nei tuoi occhi vedo il futuro
Che bramo con anima e corpo.

Il cuore è ricolmo d'amore,
Per te che sei entrato all'improvviso,
Nella mia calma esistenza
Con fuoco, passione e dolcezza,
Portando allegria e un perpetuo sorriso.

Sappiamo entrambi la verità
Dei nostri sentimenti l'essenza:
E' un legame che forte ci unisce,
Spiriti affini, mai realmente lontani
Viviamo una favola rara, a pochi concessa.

Sarà per sempre e saremo assieme
In un sogno di pura follia, in un soffio d'amore.



venerdì 24 ottobre 2014

Niente.

-Come stai?-
-Bene.-
-Sicura?-
No, non sono sicura di niente. Di cosa potrei essere sicura? Della mia esistenza? Forse, ma anche di questa non ho certezze e spesso credo che sarebbe stato meglio se questa certezza non fosse mai nata. E io con lei. Potrei essere sicura dell'assoluta bontà d'animo delle persone, quegli straordinari esseri che sono un dono e una maledizione per tutti noi, ma mentirei. Mentirei considerando solo un lato della medaglia ma non l'altro.
Mentirei chiudendo gli occhi sul mondo, sugli altri, sulla mia vita.
Ma non siamo tutti nati per mentire? Mentire e ignorare, vivendo di false certezze e di ipocrite illusioni.
Ma mento anche ora, mento nel dire che non ho certezze né sicurezze. Perché qualcuna ne ho e spesso le certezze negative superano quelle positive, ritorcendosi contro di me.
Per esempio, so che tento continuamente di ignorare la realtà, so che mi nascondo dietro l'apparenza, i sorrisi e la calma. So che fingo e sopporto, caricandomi di fardelli non miei e facendo mie battaglie a me lontane. So che ciò che risiede nel mio cuore è da me distante e che ciò che ho di vicino non sempre sa darmi conforto.
Ma so anche che fingo che non me ne importi, fingo di non provar dolore e fingo un sorriso inseguendo la convinzione che, in questo modo, tutto possa sembrare più reale, il male un po' minore e l'esistenza un po' migliore.
-Sì, ne sono sicura.-

venerdì 5 settembre 2014

La Spazzola delle Meraviglie

Ciò che sei non è ciò che gli altri pensano di te
È quello che hai dentro a renderti la splendida persona che sei.


Era arrabbiata e il broncio dipinto sul volto della bimba ne era la prova.Si era nascosta nell'angolino della sua cameretta col desiderio di non tornare più nell'altra stanza.Tutti finivano sempre col prenderla in giro e non era giusto, non se lo meritava.
Lei non aveva fatto nulla di male ma finiva sempre col sentirsi rivolgere commenti che la facevano star male, commenti sul suo aspetto o sulle cose che le piacevano. Perché gli altri dovevano sempre essere così cattivi? E perchè lei doveva essere così poco carina?
Avrebbe voluto esser grande e bella proprio come le ragazze che vedeva nei film, come quelle ragazze alte e magre che si vedono in giro, quelle che piacciono a tutti e che tutti trattano sempre bene.
E invece era così, piccola e brutta. Ma perché? Perché non poteva scegliere come essere? Perché non poteva cambiare il proprio fisico, il colore degli occhi, la grandezza delle labbra e la statura? Se solo avesse potuto scegliere sarebbe stata bellissima. Ma non poteva e il non esserlo la faceva stare male.
- Non ascoltare quei brutti cattivoni, sono solo degli stupidi. -
La voce della ragazza appena entrata in quella stanza la fece sussultare. Credeva di esser stata lasciata sola e non si aspettava affatto che lei la raggiungesse.
La ragazza era dolce, ma al tempo stesso un po' preoccupata per quella bambina così sensibile che sedeva davanti a lei e che ora si stava asciugando le lacrime con la manica del suo maglioncino rosa. Le si avvicinò lentamente per poi accucciarlesi davanti. Rivedeva se stessa in quel corpicino pieno di dubbi e di risentimento, pieno di domande le cui risposte facevano sempre più male.
- No, hanno ragione. Io sono brutta.-
La voce della bimba era uscita tremante, tremante così come lo erano le sue precarie convinzioni su di sé e la sua già scarsa autostima che aveva ricevuto l'ennesimo colpo che lei faticava sempre ad incassare.
- Brutta? O no. Per me tu sei una principessa, lo sai? Una bellissima principessa. -
La piccola testolina venne scossa, negando in maniera silenziosa le parole dolci dell'altra che, tuttavia, non si perse d'animo e prese ad accarezzarle una piccola guanciotta gonfia con le dita, quasi quel piccolo gesto potesse essere all'altra di un qualche conforto.
- Per me lo sei sul serio, solo che tu non lo vedi perché sei sotto un incantesimo. Che ne dici se lo spezziamo assieme? Eh, ti va? -
Di nuovo la bambina non parlò, ma mosse comunque la testa, questa volta in segno d'assenso. Non comprendeva bene le parole dell'altra. Un incantesimo? E quando gliel'avevano fatto? Ma poi era una cosa vera? Doveva fidarsi di lei? Certo, era più grande e quindi doveva sicuramente saperne di più eppure.. eppure lei continuava a dubitare di qualcosa, o meglio di qualcuno.
Di se stessa.
Incantesimo o meno non riusciva a capire come avrebbe potuto fare per migliorarsi ed essere più bella. Non c'era rimedio a quella situazione e la sua bruttezza e gli scherni che ne conseguivano l'avrebbero perseguitata per sempre.
-Dai, vieni con me, siediti qui, piccola.-
La ragazza, nonostante i dubbi della bambina non desisteva e le sorrideva cordialmente, invitandola a sedersi su una sedia. Silenziosa, questa fece quando detto dall'altra, gli occhietti ancora rossi a causa delle lacrime fino a poco prima versate.
Uno strano rumore, come quello di una zip che si apriva e si chiudeva e la bimba sussultò sorpresa, colta alla sprovvista da un tocco improvviso tra i capelli. Sbattè più volte le palpebre, sorpresa; non si aspettava che l'altra avrebbe cominciato a pettinarla, così dal nulla.
-Ma..-
-Shh questa è la Spazzola delle Meraviglie e serve a spezzare l'incantesimo. Chiudi gli occhi e rilassati. Lascia perdere i commenti di quegli stupidi cattivi; non pensare a loro. Pensa a te. Pensa a come sei..-
-Sono brutta..-
-No che non lo sei. Sei bella invece. E grazie a questa spazzola ti renderò ancora più bella. E' magica, sai? E' in grado di rendere i tuoi capelli ancora più lisci e morbidi. Toccali, prova a sentirli.-
Timidamente la bimba sollevò una mano, sfiorando con i polpastrelli una ciocca che la ragazza le aveva appena pettinato. In effetti era più morbida di quanto si aspettasse e di quanto ricordasse. Ma questo non cambiava nulla.
-Tanto tutti hanno capelli morbidi. Anche più morbidi dei miei.-
-Forse. Ma non è solo questo. Ti ho detto che questa spazzola è magica, no? Non solo quando la usi per pettinarti ti fa diventare i capelli più belli, ma rende anche la tua pelle più liscia e morbida, proprio come una pesca. E poi fa risaltare gli occhi rendendoli più luminosi, rende il corpo e i movimenti più aggraziati e la tua voce più melodiosa. Non senti il suo effetto? Non la senti mentre spezza l'incantesimo che ti aveva imprigionato e finalmente ti libera? -
Ascoltava le parole della ragazza più grande e intanto pensava, riflettendo su come si sentisse. Da una parte le sembrava che non fosse cambiato nulla, che lei fosse quella di sempre. Ma dall'altra le sembrava davvero di sentire qualcosa, anche se non sapeva di preciso cosa.
Forse un formicolio o forse una sorta di calore che l'avvolgeva. Si accarezzò una guancia e la sentì più liscia di prima, tornò a riaccarezzarsi i capelli e li sentì più morbidi.
Che quella spazzola fosse davvero magica?
Molti credono che la magia non esiste ma come poteva quella piccola ragazzina non sentirsi impressionata da tutti quei cambiamenti improvvisi?
-Davvero credi che io sia più bella?-
Chiese con una vocina timida, quasi temendo che l'incantesimo avesse potuto scagliarsi nuovamente contro di lei se solo l'avesse sentita parlare.
-Non solo lo credo, lo so.-
La gentilezza non aveva mai abbandonato la voce dell'altra mentre con occhi inteneriti guardava la bambina ora un po' più sicura di se stessa.
- Voglio farti un regalo. Tieni la spazzola e usala ogni volta che pensi che il suo effetto stia svanendo, ok? Prenditene cura e lei si prenderà cura di te.-
Cedette il testimone con un sorriso a chi, lo sapeva bene, ne aveva molto più bisogno di lei. Crescendo aveva scoperto la verità su quella spazzola e aveva scoperto che la magia non era affatto in quell'oggetto quanto piuttosto in se stessa. E come era accaduto a lei lo stesso, un giorno, sarebbe accaduto a quella piccola bambina che la ragazza vedeva identica a quando l'aveva vista piangere nell'angolo di quella stanza: bellissima nella sua naturalezza.
L'unica differenza era che ora anche la bimba si vedeva come tale.
Aveva solo avuto bisogno di qualcuno che glielo ricordasse.

martedì 26 agosto 2014

Girasole





















Con dolcezza insegue la sua musa,
Osservando da lontano l'oggetto del suo amore.
Non osa oltre, e sogna silente
Quel giorno in cui assieme tornare potranno.

Splende nel mare di verdi foglie,
Irradiando la luce, inseguendo il suo cuore.
Lo sguardo è in alto, al cielo rivolto,
Un desiderio nascosto, espresso in segreto.

Ma altro giace, sotto la modesta l'illusione:
Amanti distanti, per tutti irreali
Irraggiungibili corpi, mete remote
Nessuno l'invidia, o al posto loro esser vorrebbe.

Ma gli altri non sanno, stolti avvoltoi
Dell'amor loro avvolgente, che li nutre e li consola;
Del legame che saldo e forte
Li accompagna nella tempesta della distanza.

Lui soffre in silenzio, dall'affetto sorretto
Di chi sa che lo aspetta e con occhi curiosi lo cerca
Tra la folla di fiori in cui certo spicca
Il suo sorriso dorato e lo sguardo innamorato.

Un calore nel petto mentre lei lo trova:
E si incontrano ancora, inseguendosi sempre
Senza mai lasciarsi, senza mai dimenticarsi
Di ciò che provano e ciò che li lega.